Con questo primo gennaio che apre un nuovo ciclo, quello dell’anno che chiamiamo 2022, siamo tutti nuovamente ai consueti simbolici blocchi di partenza. Ma la corsa, a ben pensarci, non si è mai conclusa, perché in realtà non c’è nessuna gara cui siamo chiamati a partecipare, tranne quelle che siamo noi stessi ad imporci.
Ieri doveva essere il momento dei bilanci, del tirare le somme. L’ho fatto anch’io, nel mio privato. Niente liste pubbliche di libri letti, niente elenchi di risultati raggiunti, o di viaggi fatti per mostrare che ci si è goduti la vita e si sono fatte tante cose interessanti “a prescindere da”. Perché quello sì, più che un momento di bilancio e riflessione personale, mi sarebbe sembrata una sorta di gara o un elenco per rassicurarsi di chissà quale valenza ad occhi altrui. Un giustificarsi nel proprio intimo, quell’intimo che se non si presta attenzione e non si rimane presenti a sé stessi e alla realtà al di fuori di uno schermo, sempre più viene influenzato nel sollecitare una risposta produttiva e pratica al tempo, a scandire con precisione chirurgica e sempre attenta alle tendenze lo scorrere dei giorni, per non lasciarsi oltrepassare da quello che sembra un muoversi frenetico debitamente documentato in ogni suo istante di tutte le altre persone. Che probabilmente, in fondo, si sentono proprio come noi.
Come da un po’ di anni a questa parte, mi è parso più o meno tutto in equilibrio. Non vi può mai essere un periodo così esteso come 365 giorni di sola felicità o altrettanti di sola tristezza. La vita non è così lineare.
Mi sembra di aver fatto tanto e al tempo stesso pochissimo, come sempre. Mi rendo conto di aver fatto quello che potevo e quanto le mie forze mi consentivano durante quest’anno che una parte di me sperava fosse quello della fine del periodo assurdo della pandemia, e che invece ci ha ricordato che è sempre troppo presto per tirare un sospiro di sollievo e credersi fuori d’un tratto da eventi di una tale portata.
Di una cosa soltanto forse oso dirmi davvero soddisfatta, ovvero di riuscire – nel bene e nel male perché, seppure sia una persona tendenzialmente mite, non ho affatto un carattere facile – a restare sempre me stessa. Cosa che non ripaga mai, lo so da sempre, ma che tuttavia credo sia quanto è meglio per me.
Buon Anno a tutti voi, dunque, che possa essere sereno.