Dov’è il Giappone? Mi sono imbattuta qualche giorno fa in questo suggerimento automatico di ricerca su un noto motore di ricerca, mentre cercavo tutt’altro (per i curiosi, cercavo la soluzione del dove potessi trovare un oggetto per una missione presente in un videogioco, visto che da sola non non ne andavo fuori e continuavo a far correre avanti e indietro per tutte le vie della città il povero protagonista).
Sul momento mi è venuto da sorridere – come mi capita spesso vedendo certi suggerimenti riguardanti fatti di cronaca, gossip, estrazioni del lotto o altro. Tra me e me ho pensato che probabilmente si tratta di una ricerca che sta venendo fatta di frequente da parecchi utenti, tanto da spingere il sistema a suggerirla direttamente.
Poi però mi sono fermata a riflettere sul fatto che cercare proprio tale informazione sta a significare che una buona fetta di persone non ha ben presente dov’è il Giappone, perlomeno geograficamente parlando. Altrettanto probabilmente si tratterà di una ricerca che molti fanno perché sentono che questo paese è di gran moda e tutti ci vanno in vacanza, quindi si stanno informando per fare altrettanto – cosa rispettabilissima, per carità, almeno si stanno informando. Dubito che si tratti di persone che cercano il meme che circolava qualche tempo fa con il bambino che durante la lezione di geografia quando gli veniva chiesto di indicare dove fosse un paese sulla carta geografica posava una mano sul cuore dicendo “Qui”.
La necessità di una tale ricerca tuttavia dovrebbe far nascere un’altra riflessione, che è quanto interessa a me come spunto su cui invito a soffermarsi: davvero si sta provando il desiderio di andare in un paese di cui si ignora persino l’ubicazione geografica? Se non si conosce nemmeno qualcosa di così primario, è difficile che si conosca qualsiasi altro aspetto della cultura. E questo non sta ad indicare che si sia in difetto o si sia in generale ignoranti, nota bene, ma solo che non c’è il minimo interesse pregresso per il paese in questione. E se non c’è mai stato nemmeno questo barlume di curiosità prima, perché si sta interessandosene adesso? Solo perché tutti ci vanno e voglio accodarmi anch’io facendo vedere che sono stato in un luogo che viene considerato al momento simbolo dell’esperienza indimenticabile, un posto “cool” dove tutto è incredibile e avanti mille anni rispetto a dove vivo?
Vero è che nella vita alcuni interessi possono nascere da un certo momento in poi, o in seguito a certe circostanze anche impreviste, e che un punto di partenza dev’esserci, per quanto semplice, come in questo caso può esserlo la domanda “Dov’è il Giappone”. Ma in questi anni, se si è oggettivi e onesti intellettualmente, sappiamo tutti che non è così, e che si sta verificando un fenomeno per cui mi viene da ridere pensando a quanto scrivevo sempre qui qualche anno fa, chiedendomi se il Giappone fosse di moda. Non avevo ancora visto nulla in quanto a tale moda.
Negli ultimi anni mi sono trovata a parlare, in diversi contesti, con molte persone che hanno espresso il desiderio, o hanno concretizzato l’intenzione, di fare un viaggio in questo paese. Vi sembrerà incredibile, ma quasi nessuna aveva davvero idea di dove stesse andando. C’è una confusione incredibile tra Giappone, Cina e Corea, che nell’immaginario medio di persone anche di una certa cultura sono più o meno la stessa cosa, una vaga idea circa qualcosa che ha a che fare con geisha, sushi, samurai e tecnologia, ciliegi, kimono e foliage, il tutto condito con video visti sui social circa cibo, esperienze incredibili e mistiche, e cose strane che farebbero i giapponesi.
La cosa che più stupisce non è tanto che ci si renda conto che effettivamente non solo molti non sanno dov’è il Giappone, ma che moltissimi non sappiano in realtà cosa sia la cultura giapponese. E spesso non c’è verso di far loro cambiare idea, sfatando alcuni luoghi comuni o immaginario preconcetto, anche se sanno che un pochino di esperienza in più circa il paese rispetto a loro ce l’hai, anche solo da turista.
Al momento, le persone vogliono dall’esperienza Giappone esattamente quello che vedono sui social, magari condensato in video da pochi minuti. Per ripetere cose sempre uguali con il loro volto al posto di quello dell’influencer di turno che magari sino a prima della pandemia nemmeno sapeva dov’è il Giappone, e sentirsi in un certo modo. Vogliono informazioni pratiche, elenchi da spuntare, dritte veloci. E qui si potrebbe aprire una lunghissima discussione su come venga svilita la professionalità di chi ha fatto del turismo e dei servizi ad esso correlati una professione consolidata e solida, e di come siano spuntati centinaia di soggetti improvvisati che approfittano di una moda. Ma non è questo il punto.
Mi stupisco sempre di quanto poco seguito abbiano sui social persone estremamente competenti in materia – non certo io, ci tengo a sottolinearlo – rispetto a chi non ne sa nulla e ha pensato di sfruttare una tendenza redditizia degli ultimi anni. Che si tratti di strategie comunicative e di marketing o meno, è chiaro che alla maggioranza del pubblico non interessa approfondire alcunché, ma solo avere sempre le stesse informazioni minime per replicare un certo tipo di azioni da far vedere.
Ho sempre qualche remora nello scrivere articoli come questo, perché temo possa passare il messaggio di una qualche imprecisata pretesa di esclusività di un paese o di una cultura.
Non è così, non sono tra coloro che pensano che il Giappone sia intoccabile e da riservarsi solo a pochi eletti che ne capiscono davvero, o che serva certificare un tot anni di amore per il Giappone per potervi accedere. Ma sono tra quelli che vorrebbero vedere un po’ di rispetto e consapevolezza in più nei riguardi di un paese che ama profondamente, e che si dispiace nel vedere banalizzato e preda di un turismo che finisce per assumere aspetti grotteschi. Un turismo che soprattutto genera ancora più disinformazione, perché talvolta c’è la falsa convinzione che l’essere stati fisicamente in un posto renda automaticamente esperti di un paese e una cultura, e che le proprie esperienze soggettive divengano verità indiscutibili. Sia nel positivo che nel negativo.
Ripeto: ognuno ha il sacrosanto diritto di andare in vacanza dove gli pare. Ognuno ha le proprie competenze, e io stessa sono più che ignorante in molti campi, quindi non è che condanno chi cerca dov’è il Giappone, sebbene la ritenga personalmente una nozione di cultura generale. Il punto è che affrontare un viaggio comunque impegnativo come è un viaggio in Giappone (economicamente e fisicamente, non state a prendere per oro colato quello che dicono quelli per i quali tutto è facile e economico e tutti gli altri sono meno bravi e furbi di loro) richiederebbe almeno un attimo di riflessione, anche solo se vi siano altri luoghi che vi sono interessati un minimo di più nel corso degli anni, che magari rientrano maggiormente nelle vostre corde. Siate onesti con voi stessi: talvolta è faticoso e anche un po’ frustrante, perché si potrebbe dover riconoscere di essere influenzabili, e non è piacevole. Ma è umano.
Mi auguro sempre che non si facciano esperienze meravigliose come un viaggio solo per moda o per mettere la bandierina, perché i luoghi e le culture non lo meritano.