Imparare a nuotare

C’è un’espressione molto famosa, nella lingua giapponese, quasi intraducibile: shouganai o shikata ga nai, che potrebbe essere resa grossomodo come “Non ci si può far niente”, e che viene utilizzata quando ci si trova dinanzi ad avvenimenti difficili o gravi di fronte ai quali non si ha alcun potere, e si deve quindi, in un certo qual modo, accettare e sopportare con dignità quanto si sta vivendo o subendo. Un concetto molto complesso e strettamente legato alla cultura giapponese e a momenti tragici della sua storia, che tuttavia spesso ha dato qualche spunto anche ad un’occidentale come me, in diversi momenti della mia vita.

Quante volte ci si trova in situazioni in cui semplicemente non si può far nulla, e bisogna mettere da parte progetti, idee, impegni, persino la propria quotidianità, perché qualcosa di più urgente, di inevitabile appunto, ci ha travolti e non si può semplicemente ignorarlo o rimandarlo? La prima reazione sarebbe quella di arrabbiarsi, di imprecare contro la sfortuna, di lamentarsi, di cercare una qualche soluzione alternativa: il nostro modo di pensare ci porta spesso a rimpiangere quanto non possiamo avere o fare, quando crediamo di aver bisogno di ottenerlo o di farlo, ci porta a lottare oppure, al contrario, a disperarci semplicemente. Questo shikata ga nai può suggerire invece che talvolta si è costretti ad assecondare per alcuni tratti la corrente della vita, che non sempre segue gli argini che stiamo costruendo. Puoi aver fatto progetti, preso impegni, esserti messo in testa delle idee, puoi credere che vi siano questioni cruciali, ma può sempre arrivare qualcosa che ti costringe ad accantonare il tutto, magari solo per un po’, e affrontare altre priorità. Non serve a nulla crearsi altre difficoltà e dolore cercando di opporsi o rimuginando sul disagio e la sofferenza, si va avanti, con forza e dignità, cercando di fare comunque del proprio meglio per affrontare la situazione, magari senza riuscire a cambiarla nell’immediato. Accettazione che nasconde una grande forza.

Bisogna imparare a nuotare, insomma. Avanzare con perseveranza, anche contro la corrente, ma rendersi conto che esistono anche i momenti in cui non possiamo fare altro che lasciarci cullare dall’acqua e seguire il corso del nostro fiume, che riserva molte svolte ignote. Talvolta bisogna immergersi per scoprire quanto giace nel fondale più nascosto, altre volte si può galleggiare sereni contemplando il cielo. Da tutto, sempre, possiamo trarre insegnamento, persino quando ci sentiamo impotenti di fronte a qualcosa di imprevisto, doloroso, anche solo fastidioso. Le difficoltà possono essere anche opportunità nascoste, o lezioni magari indesiderate ma che riescono ad offrirci un punto di vista differente su molte questioni, facendoci comprendere diverse cose che potevano apparirci precedentemente solo dei concetti, tra cui magari le vere priorità della vita.