In silenzio, in ascolto

In silenzio, in ascolto.

Giorni orribili in cui ogni parola appare così inopportuna, così incapace di restituire la dimensione di quanto sta accadendo.

Non riesco, personalmente, a cercare leggerezza, perché sento più che mai il cuore pesante e ancorato a terra.

E allora ascolto, penso a certi sguardi che raccontano insieme alle parole l’inconcepibile e il dolore. Leggo. Cerco di ricordare quanto so, di collegare nozioni, letture, informazioni. Forse per paura, perché nel sapere sempre di più di una questione si ha la piccola illusione di poter quasi tenere a bada gli eventi, e non farsi così prendere dal panico. Prego, anche, pur nel mio rapporto complesso con la religione. Sono arrabbiata, indignata e delusa.

Prima o poi impareremo a guardare davvero in alto, verso le stelle.

Ma quanto appare lontano quel “poi”. E di quanto dolore avrà ancora bisogno?