La voglia di tornare in Giappone è tanta, inutile nasconderlo.
Per me si fa sentire soprattutto in un giorno come questo. Otto anni fa infatti mettevo per la prima volta piede in questo paese. Il primo viaggio, quello in cui scoprii che il luogo tanto sognato era mille volte meglio di quanto avrei mai potuto immaginare, e in cui scoprii anche che esisteva un luogo in cui mi sentivo perfettamente serena e a mio agio, dove non era necessario cercare di dovermi adeguare sempre ad un comportamento che non era nella mia natura, a quel dover cercare di prevalere in ogni situazione, anche banale, che è purtroppo così tipico del mio paese natale, se non si vuole subire costantemente un qualche tipo di svantaggio rispetto agli altri.
Da quel 2013 che ora mi sembra lontanissimo, non c’è stato anno in cui non sia ritornata in Giappone.
Sino al 2020. L’anno in cui avevamo già deciso di non andare, per via del trambusto che ritenevamo ci sarebbe stato con le Olimpiadi, e che si è invece rivelato l’anno in cui sarebbe divenuto impossibile andare. E questo 2021, che diamo ormai per scontato si concluda senza riuscire a tornare in Giappone, per quanto ci riguarda.
Ero abituata bene, si potrebbe dire, al pensare che bastasse soltanto avere il giusto periodo di ferie combinato con quello di mio marito, e gli accorgimenti congiunti di mettere da parte quanto necessario al viaggio, per poterci andare. Era un privilegio, quello del potersi recare con relativa facilità dall’altra parte del mondo, grazie alla tecnologia. Un privilegio che non ho mai visto sotto altra luce, quasi fosse un diritto o qualcosa ormai di routine, perché ogni progetto, anche piccolo, nella vita è un azzardo e una prova di fede nel domani.
La grande domanda di tutti ora è quando sarà possibile tornare a vivere il turismo verso questo paese con tranquillità. Non so se, quando questo bel momento tanto auspicato arriverà, avrò la possibilità e la serenità di tornarci immediatamente. Chi può saperlo, d’altra parte, quando non ci sono ancora notizie certe, ma solo supposizioni e speranze?
Quest’anno il turismo lo sto vivendo nel mio paese, ed è inutile stare a sottolineare quanto l’Italia sia straordinaria. Diciamo che me ne sono resa conto ancora di più, in questo periodo. Mi sono domandata anzi perché non avessi deciso di scoprire e vivere prima certe bellezze uniche del mio paese. Quindi questo restare all’interno dei miei confini nazionali non l’ho vissuto e non lo sto vivendo affatto come un ripiego dovuto all’impedimento di viaggiare molto più lontano, trovo che sia meraviglioso in generale essere tornati a viaggiare anche per un weekend a un’ora da casa, e mai più lo darò come qualcosa di assodato e trascurabile.
Ma quando si potrà tornare in Giappone, dove mi piacerebbe andare, e cosa mi piacerebbe fare? Vorrei tornare a Tokyo, camminare con calma nei quartieri che sento quasi casa, scoprire cosa sia cambiato rispetto all’ultima visita in questa città in continuo movimento, oppure scoprire le sue innumerevoli parti che ancora non ho mai visto? Vorrei lasciarmi cullare dagli angoli più silenziosi di Kyoto, cercare quella sua essenza che richiede pazienza, e che ho imparato a vedere nella sua bellezza altera ed antica, oltre le fiumane di turisti? E Kamakura, con la sua nostalgia, il mare, quell’atmosfera di luogo in cui qualcosa ti attende sempre, ovunque sarai nel mondo? Kanazawa, fatta di silenzi preziosi, di cura e di ritmi tranquilli? Nagasaki, con la sua pacata dolcezza, i suoi tramonti lungo le colline, il suo essere crocevia di mondi? E Aomori, che ti fa tornare agli anni d’infanzia, che si protende sul mare vivendo di ricordi?
Vorrei rivedere queste e tante altre città vissute per qualche giorno, qui non nominate ma che si sono ritagliate un posticino nel mio paesaggio interiore. Sempre troppo breve lo sfiorare incantato del viaggiatore di passaggio, che permette di accarezzare un luogo ma mai di comprenderlo del tutto, lasciandoti così la nostalgia per ciascuna di loro.
Inizio a domandarmi anche il dove, insieme al quando, mentre in un angolo della testa comincio a creare una piccola idea di itinerario, sempre mutevole perché lo vorrei rivedere tutto, questo mio paese del cuore, e vorrei al tempo stesso esplorarlo in tutti quei luoghi che ancora non conosco, e sono tanti questi ultimi, perché in realtà il Giappone non è affatto un paese piccolo. Con un po’ di ironia, mi viene da pensare che, in ogni caso, ovunque andrò sarà stracolmo di turisti soprattutto italiani, e mi dico di non stare a fare tanto la sostenuta perché anch’io sarò tra le loro fila.
E sarà bellissimo.