Leggi i manga?

Qualche giorno fa sono comparse su un quotidiano nazionale delle considerazioni, da parte di un rappresentante del mondo culturale italiano, circa il successo che stanno ottenendo i manga, i fumetti giapponesi, qui in Italia negli ultimi mesi (qui l’articolo in questione, mentre qui l’articolo dedicato da AnimeClik all’argomento, per chi volesse approfondire).

Qualcuno potrebbe dire che non è si tratti di una novità, visto che i manga hanno cominciato ad essere pubblicati anche qui in Italia già da qualche decennio. Tuttavia, credo che un po’ tutti si siano accorti di quanto ora la diffusione del fumetto giapponese abbia travalicato i confini delle fumetterie e cominci ad occupare sezioni sempre più ampie nelle librerie e persino nei supermercati – e non sto parlando di qualche numero a caso di una serie buttato lì quasi per sbaglio in mezzo ad altre riviste, come poteva capitare di vedere qualche anno fa. Ricordo che nei primi anni Duemila mi trovai a visitare una libreria a Chamonix, e restai stupita per lo spazio, un intero reparto, che avevano manga e fumetti in generale, cosa all’epoca impensabile da noi. Ora credo si sia arrivati a una situazione simile anche qui, nonostante il ritardo.

Il fatto che un quotidiano abbia deciso di pubblicare un pezzo su qualcosa che tendenzialmente viene relegato sempre un gradino sotto rispetto alla dignità letteraria del vero e proprio libro, come al solito appare legato al fatto che un tale fenomeno porti con sé da qualche tempo dei risultati di vendita tali da non poter essere trascurati. D’improvviso i “giornaletti” diventano oggetto di interesse e cosa da sottoporsi ad un’analisi critica che coinvolga cultura e società. Solitamente, quando appaiono su mezzi ad alta diffusione, queste analisi vengono portate avanti da persone che del manga e del fumetto in generale sembra non ne sappiano moltissimo, e che applicano le proprie considerazioni procedendo per forza di cose per luoghi comuni o sentito dire, o con un approfondimento non sufficiente alle spalle, anche se non necessariamente per demonizzare quanto stanno provando a capire ed analizzare, come mi sembra in questo caso.

Lo scopo dell’analisi finisce quindi per non coinvolgere il prodotto in sé e quello che effettivamente è, ma diviene talvolta un cercare di capire e inquadrare gusti, necessità e pensieri di coloro che seguono e apprezzano l’oggetto in questione, che sia per rassicurare chi non ha la più pallida idea di cosa stia appassionando i propri figli o le generazioni cui verrà affidata la società futura, o che sia per augurarsi che questi si stacchino prima o poi da quello che vuole sempre essere fatto passare, in fondo, per un gradino più basso, una sorta di viatico per un ben altro livello di cultura cui è più prestigioso tendere, ovvero il libro.

A questo proposito mi ricordo, ormai almeno una quindicina di anni fa, un episodio che mi è capitato durante un viaggio in treno di ritorno da Milano. C’erano ancora gli scompartimenti da 6 posti, e mi sono trovata a dividerne uno con altre due ragazze mie coetanee e una coppia molto distinta sui sessant’anni. Le due ragazze stavano trascorrendo il tempo rispettivamente cercando di risolvere degli schemi del Sudoku e con un libro all’epoca bestseller – se non ricordo male un qualche titolo di Dan Brown – io invece stavo leggendo un fumetto. Ad un certo punto i due signori cominciano a riempire le due ragazze di complimenti, dicendo quanto fossero immerse in attività utili per tenere allenata la mente, come il Sudoku, e quanto fosse importante leggere libri, etc. etc. Il tutto lanciando un’occhiata distratta e di leggero compatimento verso di me, che invece stavo leggendo quello che probabilmente ai loro occhi appariva come un giornaletto. Il fumetto in questione era V per Vendetta, di Alan Moore. Chissà se fosse stato un manga cosa avrebbero pensato. Aggiungendo che comunque a me piacciono molto i giochi enigmistici e che ho trascorso delle ore piacevoli leggendo i libri di Dan Brown.

Tornando sempre ai manga, continuare, nel 2021, a sottolineare come prima loro caratteristica la violenza di cui sarebbero intrisi – il che è vero ma solo per certi titoli e generi, e per le ragioni che tuttavia finalmente vengono prese in considerazione – o sostenere l’idea che i manga siano solo fumetti erotici, come pensa invece ancora tanta gente, significa non dare la giusta dimensione al fatto che il manga abbraccia qualsiasi genere narrativo, e che è praticamente impossibile non trovare delle storie che possano incontrare i propri gusti ed interessi, esattamente come per i libri. E significa continuare a non riconoscere al fumetto in generale un valore artistico e culturale pari al libro composto unicamente di testo.

Certo, la situazione, come dicevo prima, è decisamente cambiata. Ora ci sono manifestazioni come Lucca Comics & Games che sono di enorme richiamo, e finiscono sui telegiornali. Ma provate a chiedere a una persona qualsiasi che non sia lettore abituale di fumetti cosa sia tale importante appuntamento. Vi sentirete dire, nella stragrande maggioranza dei casi, che è quella fiera dove “la gente si veste da cartoni come a Carnevale”. Così come quando si prova a parlare di giochi di ruolo con chi non conosce l’argomento. Anche lì vi sentirete dire molto probabilmente come prima cosa che sono quei giochi “dove la gente si veste e fa finta di” (cosa vera soltanto per una certa modalità di gioco di ruolo, quella cosiddetta “dal vivo”). Di un fenomeno dalle moltissime sfaccettature quello che rimane, nella persona che di partenza non è interessata e che ha in mente soltanto un pregiudizio difficilmente modificabile, è soltanto l’aspetto più sgargiante e che agli occhi di molti identifica quell’intero mondo come strano, qualcosa di cui sorridere scuotendo la testa da brave persone adulte e sensate che nella vita non hanno tempo per simili sciocchezze. Io leggo fumetti di tutti i generi e provenienze – con una preferenza per i manga – da quando ho imparato a leggere, e gioco di ruolo da praticamente vent’anni, ma non mi sono mai vestita da qualche personaggio, unicamente per gusti personali e non perché consideri una sciocchezza la passione per il cosplay o per il gioco di ruolo dal vivo. Non rientra nelle attività legate al mondo del fantastico che mi interessino direttamente, anche se mi piace, in occasione delle fiere del fumetto e del gioco, vedere i lavori di coloro che invece l’hanno eletto a modalità di espressione della propria passione.

Tornando all’argomento principale, sembra in effetti che i manga stiano vivendo un periodo d’oro qui in Italia, con un numero sempre maggiore di nuovi lettori anche giovanissimi – evviva. E quindi c’è chi si sente di dover rassicurare circa il fatto che questi lettori non vengano influenzati da chissà quale perversa offerta di stimoli violenti, provenienti da quell’Asia che ora va tanto di moda e che talvolta non usa lo stesso nostro linguaggio. Un mondo altro, anche se ormai strettamente connesso al nostro, che si teme possa confondere un certo tipo di valori che piacerebbe pensare consolidati.

Come se certi disagi nei più o meno giovani non traessero origine da ben altre problematiche sociali e culturali, con fenomeni e problemi che forse si preferisce far derivare invece direttamente dal prodotto di fantasia ed intrattenimento di turno, per non essere costretti a fare i conti con quanto non si riesce o non si vuole risolvere. Si torna sempre, anche se con toni diversi, agli stessi discorsi ciclici circa tutto quello che riguarda in generale il fumetto, e in particolare i manga. Fatti da chi magari ha solo letto qualche numero sparso dei più noti tra i titoli del fumetto italiano, e sfogliato qualche manga giusto per confermare le proprie idee di violento e scabroso, magari basandosi solo su qualche tavola di titoli che appartengono a generi ben definiti.

In conclusione, è importante leggere, che siano fumetti o libri. Leggere cose diverse, farsi delle proprie idee, sviluppare spirito critico e un proprio sguardo sul mondo attraverso la parola, le immagini e la narrazione.

E questo è un dono che con il tempo ti concedono sia i fumetti che libri. Anche i manga.