Argomento di cui mi sono trovata a discutere recentemente, con persone che mi ponevano domande in tal senso, e che vedo discusso talvolta anche nei social. Per andare in Giappone, è meglio affidarsi a dei viaggi organizzati, oppure fare da soli? Io posso come sempre parlarvi da un punto di vista strettamente personale, raccontandovi delle mie esperienze. Quindi quello che può valere per me, legato al mio modo di viaggiare, ai miei interessi e al mio carattere può non valere per altri. Ad esempio, io resto sempre perplessa quando la prima cosa che alcune persone mi chiedono dei miei viaggi è quanto costino lì i capi di vestiario, i cosmetici, se io sia andata a fare incetta dei prodotti della marca tal dei tali che qui in Italia non si trova, e cose simili legate allo shopping. Purtroppo questo è quanto di più lontano esista dai miei interessi anche nel mio paese, quindi non potrei mai dare dei consigli o offrire esperienze in tal senso.
Il mio primo viaggio è stato un viaggio organizzato, con un’agenzia che fa viaggi di gruppo in questo paese da diverso tempo e piuttosto frequentemente. Eravamo un gruppo di una ventina di persone, con un accompagnatore italiano, il quale si occupava di darci tutte le indicazioni e i suggerimenti e ci portava in giro. Non era una guida turistica, cosa ben chiara e specificata sin dall’inizio, quindi nessun tour guidato con spiegazioni storico/artistiche/culturali. Si arrivava nei luoghi, si stabilivano orari per ritrovarsi, si avevano indicazioni su come muoversi, raccomandazioni su come comportarsi, consigli su dove poter mangiare, e ovviamente il supporto costante nel caso vi fossero problemi, in quanto l’accompagnatore era con noi per tutto il viaggio, e soggiornava negli stessi hotel. Nonostante vi fossero delle mete prestabilite, in ogni momento, avvertendo prima e ricevendo se necessario assistenza con le informazioni del caso, era possibile decidere di staccarsi dal gruppo e passare anche delle giornate intere indipendenti. Ovviamente, le mete sono quelle da turismo classico. Se si va in Giappone per la prima volta, d’altra parte, credo sia giusto seguire quello che viene proposto, una panoramica dei luoghi più noti e considerati più belli, turisticamente parlando. Per ora abbiamo fatto cinque viaggi, ho visto luoghi che ho amato e di solito ricerco posti che non ho ancora visto, ma devo ammettere che in effetti è difficile trovare delle mete in cui vi siano bellezze che lascino a bocca aperta come quelle presenti nei luoghi più “classici”. Questo non vuol affatto dire che non vi siano. Spesso si tratta semplicemente di luoghi con una bellezza più sottile, che va compresa, e che non si offre in quella generosità che riesce a parlare immediatamente a tutti.
Con il viaggio organizzato mi sono trovata bene: si trattava del mio viaggio di nozze, ed era la prima volta che mettevamo piede in questo paese. Non volevo imprevisti o ansie che sarebbero potute derivare dal non sapere come muovermi, cosa fare, come farmi capire, dato che all’epoca non comprendevo nemmeno mezza parola di giapponese (adesso almeno qualche indicazione la so chiedere). Era una prima esperienza che volevo mi servisse anche per rendermi conto se fosse possibile riuscire a fare da soli, per eventuali altri viaggi. Questo è quello che ti offre il viaggio organizzato: la tranquillità di dover solo seguire l’accompagnatore e sapere che per qualsiasi problema lui è lì per assisterti, il trovarsi tutto pronto e prenotato, andare in strutture ricettive già provate dall’agenzia e quindi molto probabilmente esenti da brutte sorprese. Inoltre, condividi un’esperienza unica con persone nuove, con le quali poi potresti rimanere in contatto.
Dal secondo viaggio in poi invece abbiamo sempre fatto da soli, io e mio marito. Di solito mio marito si occupa di cercare e prenotare i voli, dell’eventuale richiesta del Japan Rail Pass e dell’assicurazione, io stilo dettagliatamente tutto l’itinerario, quindi insieme prenotiamo gli hotel. Il non esserci più affidati a dei viaggi organizzati potrebbe far pensare che non ci siamo trovati bene quando l’abbiamo fatto, invece si tratta semplicemente di una preferenza personale. Tendenzialmente siamo due persone a cui piace andarsene in giro per conto proprio, così da poter cambiare programma all’ultimo momento senza dover rendere conto a nessuno, andare a vedere cose che sembrano interessare solo a noi (e che di solito hanno a che fare con la storia del periodo Sengoku) e con le nostre tempistiche, fuori da quello che potrebbe essere il classico pacchetto turistico, e non avere orari da rispettare. Tutte cose che in realtà uno potrebbe anche fare con i viaggi organizzati, ma a quel punto non avrebbe più molto senso aver pagato i servizi di un certo tipo di viaggio, se poi finisci per andartene sempre in giro per conto tuo.
Fare da soli è anche più economico, certo, ma è naturale. Non hai un supporto che ti aiuti e ti accompagni, quindi risparmi dal punto di vista economico ma spendi qualcosa in più dal punto di vista della tranquillità. Capita di sbagliare treno, di trovarsi in luoghi dove non c’è anima viva e nemmeno mezza indicazione in inglese, di rinunciare a vedere qualcosa quando sei quasi arrivato perché si presenta qualche imprevisto che non avevi calcolato, di stancarsi tantissimo per arrivare in un posto per poi scoprire che c’era un modo molto più veloce e semplice per arrivarci. Tutta esperienza, ma la paghi in prima persona, mentre il viaggio organizzato è preparato da chi ha già esperienza e ti rende la vita più comoda.
Organizzarsi da soli è oggi abbastanza agevole, grazie agli strumenti che mette a disposizione la rete, dalle app per gli orari dei mezzi, alle guide, alle mappe. Anche qui, dipende da quanto uno ami navigare o sia abile nel trovare quanto gli può tornare utile, e da quanto tempo può dedicare a questa attività. Non siamo tutti super tecnologici, o anche solo avvezzi nell’utilizzare certi mezzi. O a volte uno può proprio non aver tempo e voglia di farlo.
I siti o le pagine social che si occupano di Giappone sono una miriade, i racconti di esperienze di viaggio ancora di più, quindi gli spunti sono davvero molti. L’importante è rendersi conto di quali siano affidabili e gestiti da persone che sanno di cosa parlano. Ma credo sia abbastanza palese. Di solito basta leggere qualche riga di post per rendersi conto se una persona sta improvvisando e in realtà non conosce nulla di un argomento, o peggio, ne offre una propria visione distorta. Talvolta ci si può imbattere anche in persone che non hanno compreso o capito nulla della propria esperienza, e possono dare informazioni fuorvianti o distorte dalla loro soggettività, proponendole come verità assolute su un’intero paese.
Per concludere, meglio i viaggi organizzati o quelli indipendenti? Dipende. Ognuna di queste opzioni ha aspetti negativi e aspetti positivi, e conta esclusivamente quello che una persona ricerca in una simile esperienza. Se si vuole il viaggio in cui ci si può semplicemente rilassare e lasciare le parti più impegnative, che riguardano l’organizzazione e la gestione dei tempi, a qualcun altro che ci accompagni, il viaggio organizzato è l’ideale. Se si preferisce stare per conto proprio, essere del tutto liberi ma con tutto quello che questo può comportare in quanto a tranquillità e sicurezza, allora meglio il viaggio indipendente.
L’importante è viaggiare, ma farlo davvero. E questo non dipende dalla forma del viaggio, ma dalla propria mente e da come questa vive una tale preziosa esperienza.