Natale in Giappone – Capitolo 7

Natale in Giappone: sicuramente ci saranno persone che, nel programmare un viaggio o nell’apprestarsi a compierlo in questo periodo che volge verso le festività, si domanderanno cosa aspettarsi, se si potrebbe sentire la mancanza di un certo tipo di atmosfera e dei modi in cui il Natale viene festeggiato in Occidente, o se magari invece ci sia modo di poterne goderne anche in un luogo così lontano e diverso.

Benvenuti al settimo capitolo de I consigli empirici di Stanze Giapponesi, uno spazio in cui racconto a ruota libera di esperienze di viaggio, sperando di dare qualche spunto di riflessione oltre che qualche consiglio pratico legato a quanto mi sono trovata a vivere in prima persona.

Per quanto mi riguarda, l’anno scorso ho trascorso Natale e Capodanno in Giappone. Il Natale a Kyoto in compagnia di una cara coppia di amici, mentre il Capodanno a Tokyo. Nel 2018 inoltre ci siamo trovati in Giappone sempre in questo periodo, anche se non siamo rimasti sino a Natale (siamo tornati tipo il 22 dicembre). Prendo quindi spunto da quanto ho potuto vedere durante queste due esperienze.

Se la vostra domanda è la classica, ovvero, “Ma il Natale in Giappone viene festeggiato?“, la risposta è no, se intendete la festività cristiana intesa in senso strettamente religioso. I cristiani in Giappone ci sono, pur essendo una minoranza, quindi comunità che lo celebrano nelle chiese sono presenti. Ma non è una festività cardine di una religione prevalente sul territorio, come può esserlo da noi.

Se invece il vostro dubbio riguarda tutto quello che al Natale fa da contorno, al di fuori del significato religioso, ovvero le decorazioni, le luci, i canti, le renne, Babbo Natale, la risposta è sì, il Natale in Giappone può riservare delle soddisfazioni a chi ricerca soprattutto questo tipo di atmosfera.

Ci sono luminarie bellissime che vengono approntate nelle varie città – occorre tuttavia fare attenzione al calendario, perché in alcuni casi restano solo per qualche settimana – i negozi sono colmi di decorazioni a tema festivo e nell’aria si sentono i canti natalizi tradizionali. Nel 2018 a Tokyo ho anche assistito al concerto all’aperto di un piccolo coro gospel, quindi ci si potrebbe anche imbattere in iniziative di questo tipo. Per chi apprezza la bellezza di quella sorta di “Winter Wonderland” che di solito si accosta al Natale, le grandi città in Giappone non deludono affatto.

Come molti di voi già sapranno, a Natale in Giappone è divenuta tradizione mangiare il pollo fritto e la torta panna e fragole. Inoltre, tendenzialmente viene visto come un giorno improntato al romanticismo, da trascorrere insieme alla persona del cuore. Un po’ come il nostro san Valentino, insomma. Questo aspetto lascia sempre un po’ perplessi noi occidentali, ma a pensarci bene non è così diverso dal nostro considerare il Natale il momento dei buoni sentimenti e del ritrovarsi.

Attenzione però, nel giro di poco le atmosfere cambiano: ricordo ancora come a Kyoto, l’anno scorso, già alla sera del 25 dicembre stessero togliendo dalle vie del centro le decorazioni a tema natalizio, per sostituirle con quelle relative al Capodanno, festa che invece è una delle principali e più sentite per i giapponesi. Comparivano come per magia tutti i simboli tradizionali del Capodanno giapponese, altrettanto suggestivi.

Anche per il Capodanno, tuttavia, ci sono degli aspetti molto diversi rispetto alla nostra cultura. Non esiste il concetto di “cenone” della sera del 31 dicembre, ad esempio, e non ci sono ovunque spettacoli di fuochi artificiali o botti non appena scocca la mezzanotte (se non a quanto pare in alcune località e in alcuni parchi a tema).

Si mangia per tradizione la soba, una pasta la cui lunghezza sta a significare l’augurio di lunga vita, magari nella tranquillità di casa propria, seguendo alla tv la classica e famosa gara canora di Capodanno, e si preparano dei cibi particolari che verranno elegantemente presentati in un determinato modo e consumati nel primo giorno dell’anno. Sempre nel primo giorno dell”anno ci si reca in visita al tempio – molti lo fanno già allo scoccare della mezzanotte, quando l’anno è stato accolto dai 108 rintocchi delle campane dei templi buddhisti, ogni rintocco uno dei 108 peccati da lasciarsi alle spalle, secondo il credo. Ma questo articolo non ha lo scopo di raccontare nel dettaglio le tradizioni legate a questa importante festività, quindi non mi dilungo, ne sentirete parlare praticamente ovunque in questi giorni nelle pagine e nei profili dedicati al Giappone.

Nella sera del 31 dicembre quindi per un turista può essere molto suggestivo attendere ed ascoltare i 108 rintocchi della campana, vicino a qualche tempio. Io l’anno scorso ho deciso di andare a vedere la parata delle volpi nel quartiere di Oji, a Tokyo. Con il senno di poi, forse avrei apprezzato maggiormente ascoltare i 108 rintocchi in qualche tempio.

Per i countdown cui hanno abituato le grandi città un po’ in tutto il mondo, negli ultimi anni in Giappone, soprattutto a Tokyo, sono state applicate diverse disposizioni per limitare i rischi derivati dagli assembramenti (compreso quest’anno, a quanto pare: qui una notizia da leggere per approfondire). In generale, consiglio sempre di informarsi, magari consultando siti relativi ad eventi particolari o manifestazioni a cui è possibile prendere parte. (come ad esempio questi: JNTO, Matcha )

Insomma, se qualcuno mi chiedesse se valga la pena trascorrere questo periodo imminente di feste in Giappone, direi che ci sono i pro e i contro. Dato che i pro sono evidenti – a partire dal fatto che il Giappone è bello e ha delle sue particolarità in ogni stagione – quali sono i contro?

Innanzitutto grandi folle di persone ovunque, perché, oltre ai turisti stranieri che ormai di per sé sono tantissimi, spesso è periodo di ferie anche per la gente del luogo, che soprattutto nei giorni che vanno verso il Capodanno si sposta molto, magari per trascorrere tale ricorrenza con le proprie famiglie che vivono lontane dalle metropoli. Poi, sempre per il periodo festivo, nei giorni precedenti o successivi il Capodanno ci sono attività o musei chiusi, quindi serve informarsi bene per non trovarsi a fare un viaggio sino ad un luogo e trovare chiuso per festività quello che si voleva andare a vedere. Inoltre, se siete particolarmente legati al nostro modo di festeggiare sia il Natale che il Capodanno, non aspettatevi che in Giappone queste ricorrenze vengano celebrate nello stesso modo.

Parte della bellezza del viaggio in questo periodo e del Natale in Giappone consiste proprio nel vedere come questo venga vissuto, tra tradizioni e commistioni con il mondo occidentale. Il tutto, ovviamente, filtrato attraverso la capacità giapponese di rielaborare suggestioni lasciando sempre di fondo la sensibilità specifica della propria cultura.