“Come mai vi piace tanto la storia del Giappone? Voi avete avuto la civiltà romana, e prima ancora quella greca, così importanti e antiche…in confronto la storia giapponese potrebbe sembrare meno interessante”.
Questa domanda venne rivolta a me e mio marito da un anziano signore giapponese incontrato a Tokyo durante il nostro primo viaggio. Mentre passeggiava insieme alla moglie presso il tempio Sengakuji, luogo in cui riposano i 47 Ronin, ci avvicinò per scambiare quattro chiacchiere in un inglese perfetto, incuriosito dal fatto che fossimo gli unici stranieri presenti in quel momento. La nostra risposta fu semplicemente che la storia giapponese aveva sempre colpito molto entrambi, e che era anch’essa ricchissima di avvenimenti e con una sua antichità tutta da indagare.
In effetti, se ci si limita a guardare la storia di questo paese dall’esterno, senza preoccuparsi di approfondire troppo, si rischia di cadere molto facilmente nei luoghi comuni che coinvolgono quanto del Giappone viene percepito in Occidente come suggestivo e dall’aria vagamente tradizionale, mescolando magari figure e contesti che in realtà non avevano molto a che fare le une con gli altri.
Per questo scoprire la storia giapponese, anche spogliandola se necessario di quelle caratteristiche romantiche che potrebbero snaturare la realtà dei fatti, è un percorso pieno di soddisfazioni, che aiuta a comprendere quanto si cela dietro alcune consuetudini che persistono tutt’ora, e ad apprezzare in modo completo le bellezze in cui si imbatte durante i viaggi, se si desidera andare oltre l’aspetto più pop ed occidentalizzato sul quale spesso si tende a soffermarsi, aspetto comunque inscindibile dal Giappone moderno.
I fatti e i personaggi che hanno reso tale il Sol Levante meritano di essere conosciuti. Basta rivolgere lo sguardo oltre le apparenze e la superficie, che spesso sono talmente splendide e pittoresche da abbagliare. Solo allora si apprezzerà molto di più quanto ci si trova di fronte.