Letture di Luglio

Letture di Luglio, con questo mese che oggi si conclude e che mi ha vista leggere solo libri legati al Giappone. In realtà non era cominciato benissimo, in quanto avevo iniziato un libro che pensavo mi sarebbe piaciuto, mentre invece non riuscivo proprio a proseguire nella lettura, quindi per non bloccarmi del tutto l’ho momentaneamente abbandonato e lo riprenderò più avanti. D’abitudine infatti tendo a leggere un libro alla volta, non riesco a leggerne più contemporaneamente, per una questione di attenzione che preferisco dedicare ad un autore alla volta, cominciando e finendo quello che ho preso in mano. Non sempre è possibile, e soprattutto con libri molto ponderosi diventa arduo – ho letto qualche mese fa Il conte di Montecristo di Dumas e l’ho dovuto inframmezzare con altre letture -, però il mio ritmo normale di lettura è quello di un solo libro alla volta.

Comunque, il libro che ho dovuto posare è Brucia spada, di Ryotaro Shiba, della collana Kimochi della Rizzoli che con gli ultimi due titoli ha cambiato decisamente genere di libri rispetto ai precedenti, che trattavano di letteratura giapponese legata alla contemporaneità, con al centro sentimenti e relazioni tra persone, per passare allo storico con elementi di tensione e adrenalina, mi verrebbe da dire, anche se è un po’ semplicistico. Ora, io amo la storia e soprattutto la storia meno recente del Giappone, e questo romanzo mi attirava parecchio, per la sua ambientazione durante il periodo Bakumatsu, che portò alla fine del Giappone feudale. Tra l’altro si tratta di un autore famosissimo per i suoi romanzi storici, e non può che farmi felice la pubblicazione di certi titoli. Però quando ti ritrovi a leggere per dieci volte la stessa frase senza riuscire ad andare avanti vuol dire che c’è qualcosa che non va, e probabilmente non è il momento giusto per leggere quel libro. Non mi ha preso, era troppo asciutto lo stile, non riuscivo a sentire in alcun modo i personaggi, tutto era soltanto azione. Il che non è un difetto per il genere, ma personalmente preferisco un minimo di approfondimento psicologico, anche essenziale, e qualche momento di riflessione per comprendere meglio i protagonisti. cosa che nella sessantina di pagine circa che ho letto non ho trovato. Quindi lo riprenderò più avanti, per essere smentita e godermi una bella lettura o per confermare l’impressione iniziale.

Ecco invece gli altri libri che mi hanno accompagnata durante il mese, subito dopo questo tentativo di lettura:

  • Cronache giapponesi, di Nicolas Bouvier
  • I piaceri della letteratura giapponese, di Donald Keene
  • Onibaba – Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese, di Rossella Marangoni
  • Hotel Royal, di Sakuragi Shino
  • Watersong, di Clarissa Goenawan
  • I 99 dubbi della mia fede, di Shusaku Endo
  • Passeggiate a Tokyo, di Florent Chavouet
  • I miei giorni alla libreria Morisaki, di Satoshi Yagisawa
  • Una sera tra amici a Jinbōchō, di Satoshi Yagisawa
  • Viaggi in Giappone e in Cina, di Nikos Kazantzakis

Per quanto riguarda i libri di cui non ho già parlato qui e sui social, Hotel Royal è una raccolta di racconti legati alla “vita” di un love hotel in Hokkaido, si parte dal presente in cui tale hotel è del tutto in rovina e abbandonato da anni, per poi tornare indietro passo dopo passo nel tempo sino a quando l’idea di aprirlo venne al futuro proprietario. L’ambientazione è molto interessante, parte della stessa biografia della scrittrice, e restituisce un Giappone spesso dimenticato o comunque visto sempre come qualcosa di remoto e profondamente diverso dalle località più conosciute. Ripercorrere inoltre la storia di un luogo in cui le persone si recavano per condividere fugaci attimi di intimità fa riflettere sul tempo, sul nascere e disfarsi di esistenze con le loro gioie e dolori, partendo da una fine che tuttavia tornando nella memoria del racconto verso l’origine pare ricollegare tutto in un moto incessante. C’è malinconia quindi ma anche speranza, come se qualcosa non potesse mai finire del tutto, e restasse traccia nell’atmosfera di ogni edificio e del paesaggio che crea attorno alle persone che lo frequentano, e di ogni vita che in esso ha trascorso del tempo.

C’è poi Watersong, scritto da un’autrice di Singapore ma ambientato quasi totalmente in Giappone. La lettura è stata tutto sommato piacevole, ma non mi ha convinta del tutto, l’ho finito con una sensazione di incompletezza. Il finale mi è parso del tutto sospeso, ma non nel senso di finale aperto cui ad esempio abitua la letteratura giapponese, ma insoddisfacente, quasi un taglio netto per concludere in qualche modo la storia. Poi, nonostante il clima di mistero e tensione che attraversa il romanzo, dove vi sono parecchi interrogativi e pericoli che si mettono sulla sua strada, non ho trovato più di tanto interessante o “reale” il protagonista. L’intento forse era di focalizzarsi sulle donne con le quali aveva a che fare, ma è risultato a mio parere inconsistente come personaggio. Insomma, nonostante ci potesse essere parecchia carne al fuoco in quanto a storia, si ha l’impressione strana, leggendo, che in realtà non stia succedendo quasi nulla.

Passeggiate a Tokyo è un libro illustrato molto carino di un autore francese, che nel 2006 ha trascorso sei mesi nella capitale per via del lavoro della sua compagna, e che ha impiegato questo tempo per riprodurre tramite la sua arte quanto vedeva, girando con la sua bicicletta negli angoli più nascosti di vari quartieri e fermandosi a riprodurre attimi di quotidianità giapponese. Ho riso di gusto e sorriso molte volte nel leggerlo perché l’autore è ironico e acuto, e le illustrazioni sono davvero belle. Ci sono mappe delle zone vissute con relativi appunti, ritratti che restituiscono mode e tipi umani con tenerezza caricaturale, paesaggi, oggetti. Carinissima l’idea di introdurre ogni quartiere in cui l’autore ha girato con il ritratto della stazioncina della polizia. Tuttavia, si deve tener presente durante la lettura che si sta parlando del 2006, e che tantissime cose sono cambiate in una città come Tokyo che è in continuo mutamento. Alcune zone sono diventate quasi irriconoscibili, quindi non è da prendere come una guida, ma come una fotografia della Tokyo di quegli anni, con spunti suggestivi circa l’atmosfera di alcuni quartieri.

Infine Viaggi in Giappone e in Cina è il diario di viaggio in questi paesi di un grande scrittore greco, durante gli anni Trenta del Novecento. Come pregio maggiore posso dire che questo libro mi ha fatto voglia di leggere altro di questo famosissimo scrittore, perché ha uno stile profondamente sensuale, che assapora ogni particolare restituendolo al lettore con una gioia di vivere mista a nostalgia e profondo amore per l’umanità e tutti i modi in cui si esprime. Ci sono parti di questo resoconto che restano profondamente impresse, come la visita allo Yoshiwara, momento angosciante e spettrale per come l’ha vissuto l’autore. Tuttavia, ci sono alcune nozioni storiche o culturali un po’ travisate, cosa che trovo abbastanza normale per l’epoca e visto che alcune idee sul Giappone in generale ci sono anche oggi, come alcuni lati troppo romanticizzati e altri invece fraintesi. Diciamo che l’autore imprime molta della propria soggettività nei luoghi che si trova a vivere, come se volesse cercare di vedervi riflessa soprattutto la propria interiorità. C’è una ricerca che lo vede immergersi nella contemplazione di ogni sfaccettatura di umanità, sopportandone anche i lati che potrebbero allontanare, per capire, per vivere sino in fondo tutto quello che la vita può offrire. In alcuni punti mi infastidivano i luoghi comuni sulle donne, salvo poi essere smentita in alcuni casi poche righe dopo da considerazioni sulla dignità e sulla libertà, e sul ruolo stesso della donna. Spiazzante, direi.

Questo è tutto per le letture di Luglio, al prossimo mese con i libri in attesa e quanto vorranno riservarmi.