I piaceri della letteratura giapponese

I piaceri della letteratura giapponese è un libro che raccoglie cinque saggi basati su delle conferenze tenute da Donald Keene, statunitense professore di letteratura giapponese presso la Columbia University, uno dei massimi esperti mondiali della materia, scomparso nel 2019.

Si tratta di un testo molto piacevole a leggersi, il linguaggio è semplice, scorrevole ma al tempo stesso preciso, riesce a trasmettere perfettamente i concetti raccontando quando è essenziale per farsi un’idea del tema trattato senza tralasciarne i necessari fondamenti. Inoltre, è una di quelle letture dalle quali traspare in ogni svolgersi di frase l’amore per gli argomenti e la grande comprensione e familiarità che l’autore aveva nei loro confronti.

Come spiegato nella prefazione, si parla degli sviluppi tradizionali della letteratura e del teatro giapponesi, senza soffermarsi sul contemporaneo, cui viene fatto giusto accenno. Il libro inoltre, rivolgendosi ad un pubblico non specialistico, non dà per scontate alcune nozioni che chi invece conosce già la materia potrebbe possedere. Caratteristica questa che rende molto utile quest’opera anche per un primo accostarsi al vastissimo discorso poesia, prosa e teatro giapponese, per farsi un’idea dei concetti di base e delle sue origini che abbia però anche il valore della competenza di un grande studioso.

I piaceri della letteratura giapponese è suddiviso in questi cinque brevi saggi, che spaziano dal primo che introduce in generale all’estetica giapponese sino al teatro:

L’estetica giapponese
Un panorama di alcuni concetti alla base del gusto estetico giapponese, che si svolge prendendo come punto di riferimento l’opera Ore d’ozio, del sacerdote buddhista Kenko.

Qualche anno fa, scrivendo un saggio sul gusto giapponese, ho indicato quattro caratteristiche che mi sembravano di particolare importanza: la suggestività, l’irregolarità, la semplicità e la deteriorabilità. Penso che questa analisi sia ancora valida per farsi un’idea del senso estetico dei giapponesi, anche se sono pienamente consapevole che non si tratta di un approccio esaustivo. Le generalizzazioni sono sempre rischiose.

Donald Keene, I piaceri della letteratura giapponese, traduzione di Davide Platzer Ferrero, Lindau, p.12

La poesia giapponese
Sulla nascita e sviluppo della poesia giapponese, dalle sue origini di quasi incantesimo attraverso poi le grandi raccolte come il Man’yoshu e il Kokinshu che le dettero forma e caratteristiche uniche per tematiche, modalità e atmosfere. Molto interessante il confronto anche con la poesia occidentale, per sottolineare le motivazioni di certe caratteristiche che rispetto ad essa ha la poesia giapponese

Gli usi della poesia giapponese
Disamina illuminante, che parte dalla convinzione comune oggigiorno che qualcosa di così “elevato” come l’arte poetica non possa essere associato ad utilizzi più concreti ed utilitaristici, su come effettivamente invece la poesia svolgesse funzioni precise, alcune cadute in disuso, altre che si sono trasformate senza mai svanire del tutto.

La narrativa giapponese
Alle origini della prosa giapponese, con particolare attenzione per le caratteristiche più importanti delle prime opere che hanno fatto da ossatura per tutto l’immaginario successivo: Storia di un tagliabambù (Taketori Monogatari), I racconti di Ise (Ise Monogatari), Storia di Genji (Genji Monogatari), Storia della famiglia Taira (Heike Monogatari), sino agli sviluppi successivi.

Il teatro giapponese
Storia delle origini del teatro, dalle prime danze a scopo religioso passando poi per il no, il kabuki e il bunraku. Davvero tangibile attraverso le parole dell’autore il suo grande amore per il teatro giapponese, pur mettendo in chiaro le particolarità che potrebbero scoraggiare uno spettatore neofita abituato ad altre concezioni di teatro.

Questa raccolta di saggi è stata una lettura davvero interessante: Mi ha stupita in particolare quanto l’autore sia stato in grado di dire tutto quello che era necessario per inquadrare nel modo migliore possibile argomenti così vasti, diciamo che, anche se mi aspettavo da parte di Donald Keene qualcosa di indiscutibile valore, rendersene conto proprio con la lettura è sempre qualcosa di molto piacevole. Un ottimo ingresso al mondo della letteratura giapponese per chi non l’avesse mai avvicinata prima, ma anche una lettura consigliata per chi conosce già anche le opere citate nei saggi: non fa mai male rivedere e riconsiderarne tutti i vari aspetti e ripercorrere origini e influenze successive.

Donald Keene, I piaceri della letteratura giapponese, traduzione di Davide Platzer Ferrero, Lindau.