Letture di Marzo

Letture di Marzo, consueto appuntamento del mese che, visto il weekend di Pasqua imminente, arriva giusto due giorni prima, con la lista dei libri che mi hanno accompagnata in questo mese.

Una cosa particolare è che con queste letture di marzo, ho finito per leggere solo libri scritti da donne. Si è trattato un po’ di una scelta, un po’ di una tendenza che ho riscontrato in me ultimamente, quella di voler leggere soprattutto opere di scrittrici.

  • Stradario aggiornato di tutti i miei baci, di Daniela Ranieri
  • La casa del gatto, di Yu Miri
  • Storie di fiori, di Nobuko Yoshida
  • Lavinia, di Ursula K. Le Guin
  • La cucina degli incontri della signora Megumi, di Eiko Yamaguchi
  • L’ultimo volo per Tokyo, di Mariko Hayashi
  • Donne da un altro pianeta, di Miyuki Ono
  • Onnazaka, di Fumiko Enchi
  • Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna, di Michela Murgia
  • The forgotten beasts of Eld, di Patricia A. McKillip

Delle opere legate alla letteratura giapponese che fanno parte di questa lista delle letture di marzo troverete le recensioni e impressioni sui social. Per quanto riguarda le altre letture, qualche considerazione qui.

Stradario aggiornato di tutti i miei baci è un romanzo apparentemente autobiografico nel quale la protagonista si racconta attraverso il suo collezionare una dopo l’altra inquiete storie con uomini diversissimi tra loro e soprattutto da lei stessa, rievocandole ad intervallare una sorta di presente dove si sta svolgendo una storia che invece pare poter essere quella più vera e importante. La lingua è tortuosa ed ostica, almeno ad un primo approccio, poi continuando a leggere ci si fa l’abitudine. Il tono è di chi vuole far trasparire, quasi per rivalsa, una certa levatura intellettuale – numerosissime le citazioni colte – un animo instabile e affascinante oltre che esasperante, mille idiosincrasie, parecchi pregiudizi e spocchia mista a rabbia. Spesso i temi si ripetono e si insiste sugli stessi concetti, anche riconoscendolo con una certa ironia, come ad esempio nel caso del disprezzo per i medici. Innumerevoli pagine sono dedicate all’amore/ossessione per i profumi, con descrizioni dettagliate delle loro sfumature e delle emozioni che provocano. Stranamente, tutte queste digressioni sui profumi sono una delle caratteristiche del romanzo che mi è rimasta più impressa e che ho apprezzato di più. Ammetto che non mi è piaciuto granché, nel complesso, troppo ripetitivo e di una complessità ricercata che mi è parsa spesso fine a sé stessa, e tuttavia non mi ha lasciata indifferente, cosa che trovo positiva, per cui sono contenta di averlo letto.

Lavinia è un romanzo della maestra del fantastico che amo soprattutto per la saga di Earthsea. Qui si rilegge l’Eneide, raccontandola dal punto di vista di Lavinia, il cui destino sarà quello di unirsi ad Enea. Interessante come i piani temporali siano intersecati, attraverso degli incontri tra sogno e magia che Lavinia ha con Virgilio, che da un futuro dove l’Eneide è già stata scritta giunge a conoscere questa donna di cui rimpiange di non aver raccontato nulla e di non averla presa in considerazione, e alla quale narra quanto dovrà avvenire, donandole una consapevolezza malinconica del proprio destino, dei dolori e delle dolcezze che le spetteranno in sorte. Il tono è molto pacato e lento, pare quasi non succedere nulla lungo la narrazione, ambientata in un’Italia del primordi legata a rituali antichi, persa nelle nebbie del tempo. La scrittura è bellissima. Mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmata, ecco, mettiamola così.

Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna è un saggio di Michela Murgia di un po’ di anni fa, o meglio, una conversazione su come la Chiesa abbia reso e plasmato negli anni la figura della donna, continuamente fluttuante tra Eva e Maria. L’autrice conosceva bene l’argomento, essendo stata per molti anni parte del contesto e persona di fede. Si tratta di una lettura molto interessante, con un punto di vista onesto e che pone le questioni per quello che sono, senza accusa né giustificazione, cercando di comprendere e far apparire chiara l’origine di certi modi di porsi e di pensare riguardo alla figura della donna e quanto ci si aspetta dalla stessa.

The forgotten beasts of Eld, che ho letto in lingua originale, è un altro romanzo fantasy che volevo leggere da tempo, e che vinse il World Fantasy Award. Leggiamo della maga Sybel, dai capelli d’argento e dagli occhi neri, che vive sola tra le montagne insieme agli animali leggendari che è in grado di comprendere e tenere con sé, grazie al suo potere di richiamo. Finché nella sua vita non irrompono un bambino, figlio di re da tenere nascosto, portato alla sua porta da un uomo saggio e gentile. Una storia splendida che parla di quanto sia difficile guardare dentro di sé, che riflette sull’amore e le forme che questo sentimento può assumere, che mostra cosa sia la libertà e quanto sia importante talvolta il perdono. Il tutto narrato in un contesto affascinante, remoto, in cui i fatti si succedono con coerenza, ma in fondo contano unicamente come imbastitura per poter raccontare soprattutto dei protagonisti e del loro percorso interiore. Mi ha incantata e commossa.

Il romanzo migliore tra queste letture di marzo? Sono molto indecisa tra Onnazaka, di Fumiko Enchi, e The forgotten beasts of Eld di Patricia McKillip, quindi direi che entrambi sono parimerito come bellezza e spicco rispetto alle altre opere lette, che pur mediamente mi hanno tutte soddisfatta, per un motivo o per l’altro.