Settembre andiamo

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.

A quanti suona famigliare l’incipit di questa bella poesia di D’Annunzio, “I pastori”, ogni volta che questo mese inizia? Io non posso fare a meno di recitarmi in silenzio tutta la poesia, imparata a memoria come diverse altre che negli anni di infanzia e adolescenza la scuola ha impresso nella mente come bagaglio e dono, pronto a saltar fuori quando l’occasione le richiama.

Scrivo quando settembre si trova già quasi a metà del suo corso, mentre le impressioni che questo momento di fine estate e inizio autunno porta con sé riempiono le mie giornate e i miei pensieri. Mi è sempre piaciuto settembre, mese d’inizio, mese di congedi con quell’estate che si pensa sempre piena di promesse e che lascia nell’animo nostalgie che possono durare anche per anni, accompagnandoti nelle diverse fasi della tua vita.

Settembre si è aperto con la gioia per il traguardo raggiunto da persone care, con preoccupazioni per la vita quotidiana e gli alti e bassi che costituiscono i suoi vari aspetti, e con un voler lasciar scivolare semplicemente via quanto non conta davvero. Un esercizio difficile, quello del non soffermare il pensiero un secondo di più su quanto comprendi essere mero spreco di energie e fonte di negatività, ma pian piano conto di poter diventare almeno un po’ più brava in questo. Uno svuotare la mente di quanto diventa groviglio dove resti imprigionato, dibattendoti per ore ed ore che avresti potuto invece vivere con più serenità. Perché poche cose contano davvero, nella vita di ognuno. E meritano tutta l’attenzione, l’energia e il tempo che si può donare loro.

Negli ultimi giorni si rincorrono voci di una possibile riapertura del Giappone a viaggi anche individuali, tra non moltissimo tempo. Sarò molto felice quando questo avverrà, felice per chi con il turismo ci lavora, felice per chi da tempo attende di poter realizzare un sogno, speranzosa che tutto possa tornare almeno ad assomigliare alla normalità cui ci eravamo abituati prima della pandemia. Nonostante sappia benissimo che quella normalità non esiste più, che forse non era nemmeno del tutto giusta, che una lezione da tutto quello che è accaduto e sta accadendo la si dovrebbe imparare. Non so quando tornerò, troppi se e ma rimbalzano tra le pareti della vita quotidiana e delle sue vicissitudini. L’intenzione è quella però di tornare, e questo conta.

Nel frattempo vorrei e dovrei riprendere lo studio della lingua, vorrei anche rileggere alcuni libri di letteratura giapponese la cui lettura risale a troppi anni fa, e che forse riletti dopo le varie esperienze mi apparirebbero del tutto diversi. Vorrei rileggere i miei diari di viaggio, che dormicchiano nel cassetto. Vorrei vivere il tempo che mi separa dal ritorno in un luogo che amo con tutta la calma e l’attesa necessaria. Che sia presto o tardi, la prossima esperienza che mi aspetterà sarà unica, come quelle che l’hanno preceduta, perché sarò io ad essere cambiata rispetto alla volta precedente, io che nel cuore e nell’animo porterò con me tante cose in più, e forse anche tante zavorre in meno.

Una cosa ho imparato a fare nel corso degli anni, per ogni viaggio, che sia lontano come in Giappone o vicino come una gita fuori porta del fine settimana. Godere di ogni singolo momento, guardare con attenzione ogni particolare, annusare profumi, ascoltare suoni, sorridere a mio marito e osservarlo immerso in quei paesaggi che hanno tutti una propria bellezza, una propria particolarità. Poi, anche quando l’esperienza è finita, tutto quello che ho abbracciato con ogni senso lo porto con me, si riverbera nel resto dei giorni con i suoi effetti benefici. Per settimane, a volte anche per anni. Si tratta di un tesoro cui attingere specie nei momenti più duri, non per rimpiangere, ma per trarne forza, per ricordare che i momenti belli arrivano, che li hai già vissuti e li rivivrai, prima o poi.

Settembre mi spinge quindi a ricordare, a sperare,  e a continuare nella pratica di questi piccoli esercizi alla ricerca della serenità e della gioia: lasciar andare quanto non conta, vivere davvero ogni momento, cercare di riempire l’attesa per qualcosa di cose belle, sia utili che piacevoli.

Buona fine estate e inizio autunno, quindi.