Il bambino e il cane

Il bambino e il cane, di Hase Seishū, è uno di quei romanzi che si inscrive nel genere di storie con protagonisti animali, la cui interazione con gli esseri umani finisce per diventare occasione di miglioramento e aiuto reciproco. In quest’opera, che è in realtà una successione di racconti concatenati che seguono il lungo viaggio di un cane per raggiungere una meta precisa, o meglio, una persona precisa, leggiamo soprattutto di vite arrivate ad un limite. Quel limite, in occasione dell’incontro con il cane, può essere stato appena valicato oppure stare per presentarsi con il suo carico di scelte e conseguenze. A fare da importante sfondo all’intera vicenda e da punto di partenza per il mettersi in viaggio del cane – Tamon il suo nome, diminutivo del nome di una divinità guardiana – c’è la tragedia del terremoto e dello tsunami del Tokohu del 2011. Quel momento in cui per tantissime persone tutto è cambiato, e si è reso necessario cercare di ricostruire una vita intera, se la vita si era riusciti a conservarla. E così nel primo racconto è la disperazione per la crisi seguita al disastro che muove il destino del protagonista.

Tamon, che nel corso dei racconti finirà per cambiare spesso nome – in quanto chi lo trova e decide di tenerlo con sé spesso lo ribattezza altrimenti, seguendo scie di ricordi o nostalgie – è una presenza dolce e discreta, che accompagna ognuno dei protagonisti dei vari racconti e dona loro una serenità che avevano ormai dimenticato. Proprio come un guardiano dall’intuito soprannaturale, il cane sembra sapere sino a quando la sua presenza è necessaria per la persona con cui intreccia il suo cammino. Non per niente una delle sue doti sembra essere quella di saper adattare il proprio passo, anche durante una semplice passeggiata, a ciascuno dei suoi compagni.

C’è da dire che non ci sono praticamente mai dei lieti fine per questi racconti, se non forse nell’ultimo racconto, che comunque si conclude in modo agrodolce. Tamon durante la sua ricerca, durante un viaggio che durerà anni e lo porterà da Kamaishi nel Tohoku a Kumamoto nel Kyushu, pare indugiare proprio come se si aspettasse che qualcosa stia per accadere nella vita degli umani con cui viene in contatto, anche se spesso si rivolge loro per avere soccorso, preda di una necessità immediata. Il cane viene salvato dall’intervento degli umani, e nel contempo salva da un inaridimento irreversibile dell’anima, facendo ricordare ad ognuno la propria capacità di amare. A quel punto, poco importa che non ci sia sempre un tradizionale lieto fine o una salvezza tangibile: la salvezza interiore è già stata raggiunta.

La narrazione si svolge in modo fluido, con una lingua vivace nei dialoghi e una descrizione realistica e minuziosa dei piccoli gesti della vita quotidiana. Le vicende hanno come contesti scenari di una provincia lontana dalle grandi metropoli, dove si alternano zone urbane e zone rurali o montane, e seguono Tamon e il suo obiettivo, che diventa presto chiaro ad ognuno dei protagonisti, vista la tendenza del cane a puntare verso ovest, a seguire con lo sguardo e con il muso qualcosa che percepisce con chiarezza solo lui. In un certo senso, tutti comprendono subito che Tamon non potrà restare per sempre con loro, perché c’è qualcuno che il cane deve assolutamente raggiungere. Ogni personaggio è preda di problemi, paga scelte sbagliate, riflette sul modo in cui desidera vivere, e magari tentare di cambiare. Ma non c’è molta consolazione, se non il dono di aver ricevuto dal cane con cui condividono per un po’ la propria esistenza la consapevolezza dell’esistenza di una sorta di purezza e saggezza istintiva, che non giudica ma sa che talvolta ciò che conta è un’affettuosa presenza.

Questi i vari racconti-capitoli in cui è suddiviso il romanzo:

L’uomo e il cane
Il ladro e il cane
La coppia e il cane
La prostituta e il cane
Il vecchio e il cane
Il bambino e il cane

Un romanzo che si legge molto volentieri, commovente ma mai stucchevole, che apre anche una finestra importante sul “dopo” di coloro che sono stati colpiti dal disastro del Tohoku, mostrando le declinazioni che il dramma può aver assunto nelle vite di ognuno, e che si sofferma su alcune problematiche quali la delinquenza e cosa sta alla sua base, l’incomunicabilità tra persone, la solitudine.

Il bambino e il cane, di Hase Seishū. Traduzione di Antonietta Pastore, Marsilio.